A Luciana, Pietro Biasiol

Luciana Ceriani lascia agli amici dell’Università della Terza Età del Monfalconese un esempio di servizio instancabile, discreto, competente: di vera simpatia umana, di comprensione arguta e paziente e insieme costruttiva e ferma.

È difficile riassumere le fasi dell’intensa vicenda che ci ha legato a Luciana, perché scopriamo ora che lei sapeva di noi molto più di quanto noi, data la sua discrezione, sapessimo di lei, oltre al suo servizio come socia fondatrice nel lontano 1990 e poi per lunghi anni come operosissima direttrice dei corsi e da ultimo, dal 2019, come presidente: carica che non aveva cercato, non avrebbe voluto, ma poi assunse con la consueta disponibilità e grande equilibrio.

È stata insomma per tutti i frequentanti e i docenti dell’Università la principale figura di riferimento in tutti questi anni: sempre presente a cogliere le effettive esigenze nei momenti giusti, formulare correttamente i problemi ai quali fornire risposte culturali e organizzative idonee.

Sappiamo quanto, negli ultimi mesi, le sia mancata la possibilità di essere presente, concretamente, fra le persone e a sostegno delle attività che la pandemia ha costretto a sospendere. L’UTE non è soltanto un luogo formativo, ma anche di relazione e di socializzazione: la figura minuta e onnipresente di Luciana consegnava a tutti il senso della serietà e della bellezza di quello che stavamo facendo.

In una sua mail dei primi giorni di febbraio, rispondendo a un docente, mostra la sua singolare capacità di analisi e di speranza, confessando:
“Il periodo in cui ci muoviamo non aiuta tanto. L’UTE chiusa ancora meno”. Ma aggiunge:

“La pandemia ci ha aiutato a tirar fuori i sogni che avevamo nel cassetto, il tempo non ci manca.”

Uno degli ultimi sogni di Luciana era qualcosa di cui non sapevano in molti: un elaborato, da poco concluso, sul giardino di Artegna dei signori Garlant Fabiani, con il quale partecipava ad un concorso biennale, nel quale si era sempre collocata ai primissimi posti.

Ma al di là di questo concreto piccolo esempio, i sogni di Luciana spaziavano alti: avrebbe voluto  fra i soci e i docenti sempre maggiore concordia operativa e più ampia capacità di incidere culturalmente e socialmente nel territorio. Ricordiamo il suo fondamentale contributo organizzativo nell’ottima riuscita dell’iniziativa svolta a Monfalcone nel 2019 per conto di “Federuni” regionale, dedicata alla riflessione sul futuro ambientale “Il nostro patrimonio, dove il passato incontra il futuro”.

Sotto questo aspetto, ha avuto particolare rilievo la sua scrupolosa cura nel collegamento non solo con Federuni (la federazione delle Università della Terza Età, cui la sezione di Monfalcone è associata), ma con le agenzie e istituzioni culturali del territorio e della regione, oltre, ad esempio, il suo impegno per l’arricchimento dell’archivio.

Un’eredità bella quanto impegnativa per tutti noi che da una grande donna, insostituibile amica e guida, abbiamo tanto ricevuto e condiviso.

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